La foto dello “Sciamano”, al secolo Jacob Anthony Chansley, alla testa della folla che ha aggredito Capitol Hill nel giorno della conferma di Biden, è una delle immagini di quella giornata che, certamente, resteranno nella nostra memoria.
Ce ne sono però diverse altre, forse meno pittoresche ma che, ad uno sguardo più attento, sono altrettanto, se non più, interessanti. Quelle foto ci dicono che la folla di Capitol Hill era eterogenea e non necessariamente composta solo da personaggi da circo. Fra i manifestanti, ad esempio, sono stati fotografati Klete Keller, due volte medaglia d’oro di nuoto alle Olimpiadi; l’ex tenente colonnello dell’aeronautica militare Larry Brock; il deputato dell’assemblea legislativa della West Virginia, Derrick Evans; Aaron Mostovsky, figlio di un giudice della Corte Suprema di Brooklyn; Nicholas Ochs, leader del Capitolo hawaiano dell’organizzazione suprematista Proud Boys (quella che Trump invitò a “Stand back, and standby”, nel primo faccia a faccia con Biden); Bradley Rukstales, l’amministratore delegato di una società di marketing di Chicago …
E poi c’è una foto sulla quale conviene soffermarsi. E’ quella del Senatore repubblicano Josh Hawley che, entrando nell’edificio per andare a votare, saluta i manifestanti con il pugno alzato, a mò di incoraggiamento.
Il Senatore è oggetto di un articolo del New York Times, Opinion | The Roots of Josh Hawley’s Rage – The New York Times (nytimes.com) sul quale un vecchio amico che da molti anni vive a Washington ha attirato la mia attenzione. L’autrice dell’articolo, Katharine Stewart, si occupa da un decennio di un tema a me fino a poco tempo fa praticamente sconosciuto, se non per le sue manifestazioni folcloristiche, ma molto interessante: il fondamentalismo cristiano negli Stati Uniti. Giusto per inquadrare il personaggio, nel suo articolo Stewart spiega che il Senatore Hawley è convinto che tutti i nostri problemi nascano dalle considerazioni di un monaco nato in Britannia nel 360 d.C., Pelagio.
Cosa ha detto di tanto terribile Fra Pelagio? Che la grazia divina illumina coloro i quali vivono rettamente la loro vita, non coloro i quali seguono ciecamente la dottrina. Per Pelagio, la grazia viene dalle opere, che sono figlie del discernimento fra Bene e Male, non dall’obbedienza. Nella Lettera a Demetriade, difendendo il concetto di libero arbitrio, Pelagio scrive: “Nell’essere capace di distinguere la duplice via del bene e del male, nella libertà di scegliere l’una o l’altra sta il suo (dell’Uomo) vanto di essere razionale. Non vi sarebbe alcun merito nel perseverare nel bene, se egli non avesse anche la possibilità di compiere il male. Per cui è un bene che possiamo commettere anche il male; perché ciò rende più bella la scelta di fare il bene.”
Il Senatore Hawley ritiene tuttavia che il fatto che le democrazie moderne permettano agli uomini di decidere, con il proprio cuore e con la propria razionalità, e nel perimetro dello Stato di Diritto, cosa sia il Bene e cosa sia il Male, sia il principio di tutto il Disordine del nostro mondo. Poiché, a suo modo di vedere, essi dovrebbero limitarsi a seguire la dottrina e le leggi indicate loro da un gruppo di fedeli cristiani, che darebbero loro regole discendenti direttamente dalla parola di Dio. O, come dice lui, di Gesù Cristo.
Il Senatore Hawley si trova al Senato grazie ai potenti gruppi di cristiani fondamentalisti che ce lo hanno mandato, ed è lì, coerentemente con le proprie idee, per permeare la politica americana del messaggio di questi gruppi. I quali hanno da tempo adottato una strategia vincente di penetrazione culturale della società, che si basa sul proselitismo instancabile e sui dubbi etici che, talvolta la democrazia e lo Stato di Diritto, possono sollevare nelle persone.
Ma cosa ha a che fare tutto questo con Trump? Perché Hawley sostiene i manifestanti di Capitol Hill, e perché ha seguito il Presidente nella sua accusa che le elezioni fossero state funestate da seri brogli? Secondo un exit poll sul voto americano condotta da Edison Research (Election Polling Services – Edison Research), il 28% degli intervistati si è dichiarato “White evangelical or white born-again Christian”. Di questi, il 76% ha votato per Donald Trump.
In tutto ciò, occorre notare, la parola “white” è cruciale.
Dopo aver letto l’articolo della Stewart, e visto un video di Frank Schaeffer, un regista e scrittore americano che, avendo conosciuto in gioventù il fondamentalismo cristiano se ne è poi allontanato, video nel quale egli sostiene che esiste una lobby fondamentalista che vorrebbe trasformare la democrazia americana in una teocrazia, ho cercato di informarmi di più su questo mondo.
Se molti forum di organizzazioni cattoliche, come la COR, Catholic Organisation for Renewal, condannano fermamente le vicende del 6 gennaio, da sempre esiste in America un gran numero di organizzazioni fondamentaliste che condizionano la politica e la società americana. Dagli anni Cinquanta in poi, molte di queste si sono allontanate dal tradizionale impegno nell’istruzione e nelle opere caritatevoli, per dedicarsi in modo strutturato all’attivismo politico.
I loro sforzi in questo campo non si limitano oggi a fare campagna per opporsi alle evoluzioni della società contemporanea in tema di libertà sessuale, di aborto o parità di genere. Queste cose formano da sempre l’oggetto delle preoccupazioni e del dibattito di tutti i fedeli, a qualsiasi confessione religiosa essi appartengano e, pur avendo la potenzialità di scardinare i principii della democrazia liberale, non sono i temi, da soli, a rappresentare un pericolo.
Le organizzazioni americane del fondamentalismo cristiano ritengono essenziale che i loro principii dottrinari e valori vengano tradotti nel comportamento generale dei cittadini, in ogni ambito della vita pubblica e privata. A questo scopo, hanno adottato una strategia di penetrazione culturale e di lobbying politica estremamente serrata. Tali principii e valori si identificano sostanzialmente con quelli portati dai protestanti inglesi a bordo della Mayflower: puritanesimo bianco, creazionista e sciovinista.
Il suprematismo bianco, il sovranismo e la identificazione della Nazione con una Fede, vanno a braccetto. Quando Trump usava la famosa frase “Make America Great Again” (MAGA), è alla restaurazione di tali valori che, molti di questi fondamentalisti, pensavano che il Presidente si riferisse.
Un’America Cristiana, Bianca, Potente.
Il bello di uno slogan come MAGA è che, in teoria, può richiamarsi a qualsiasi valore fondante della società americana, compresi quelli Liberal. E’ per questo che tantissimi operai disoccupati, ad esempio, hanno creduto che parlasse a loro ed al tentativo di riportare l’Industria americana agli antichi splendori, proteggendola dall’attivismo economico cinese.
Nel 2019 una ricerca condotta da Opendemocracy ha evidenziato come, sull’onda lunga della vittoria di Trump, alcune organizzazioni del fondamentalismo cristiano americano abbiano cominciato a finanziare movimenti d’opinione e strutture europee, con l’idea di combattere una battaglia in “prima linea sul fronte culturale”.
Nel corso di pochi anni, sostiene Opendemocracy, questi finanziamenti sono arrivati alla cifra di 50 milioni di dollari, anche se vi sono indizi del fatto che il denaro arrivato in Europa sia molto di più. La ricerca ha tanto preoccupato il Parlamento Europeo che quaranta dei suoi membri hanno chiesto a Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione Europea, di indagare sul fenomeno. I paesi europei coinvolti in questo flusso di denaro sono diversi, e l’Italia è uno di questi. Forse non è dunque un caso se, prima che la pandemia catturasse l’attenzione di tutti, avesse avuto inizio, anche da noi, un certo revival delle posizioni cattoliche più conservatrici.
Tutti ricordiamo, ad esempio, Matteo Salvini che, fino al 2019 non particolarmente noto per la sua devozione religiosa, si affida all’improvviso e con grande enfasi al cuore immacolato di Maria. Certo, memori delle sue fotografie al Papeete, un pò fatichiamo a vedere in Salvini un sincero fondamentalista cristiano. Ma, alla luce di quanto scritto finora, sarebbe un errore limitarci a sorridere rispetto a queste ricorrenti manifestazioni di salviniana devozione. D’altra parte non esiste solo Matteo Salvini.
Ricordiamo ad esempio il XIII Congresso Mondiale delle Famiglie, che si svolse a Verona nel 2019, e che vide la partecipazione (oltre che di tre ministri dell’allora governo italiano e di personalità dei movimenti anti gay, antiabortisti, anti parità di genere ecc. di mezzo mondo, inneggianti, fra le altre cose, alla legge di Putin contro l’omosessualità) anche di Giorgia Meloni e di tanti esponenti della galassia extraparlamentare della Destra estrema. Conosciamo anche il punto di vista di alcuni cattolici, persino di Principi della Chiesa, nei confronti di Papa Francesco, giudicato non abbastanza rigoroso. Ricordiamo infine, come a saldare i due mondi che stiamo descrivendo, quello delle forze americane cristiane che hanno sostenuto Trump e l’Europa, la famosa lettera che l’Arcivescovo Carlo Maria Viganò scrisse al Presidente Trump poco prima delle elezioni di Novembre.
Tutto ciò può portare ad una conclusione preoccupante. Le divisioni profonde in seno alla società occidentale, la crisi apparentemente inarrestabile dell’economia reale alla quale tuttavia non si accompagna una crisi della finanza (il che comporta situazioni paradossali, come il verificarsi del dato peggiore sull’occupazione americana e quello migliore per Wall Street nello stesso giorno, a significare povertà sempre maggiore di strati sempre più ampi della società, accompagnata dal crescente benessere del mondo finanziario) provoca una crescita esponenziale della quantità di cittadini europei e americani che non trovano più, nelle tradizionali forze politiche e nelle tradizionali proposte politiche della democrazia di stampo liberale o social democratico, risposte ai loro problemi.
Esiste ormai in Occidente un vuoto di rappresentanza politica e culturale di proporzioni allarmanti. Un vuoto di queste dimensioni non resterà a lungo incolmabile. Non attende che di essere riempito da qualcuno o qualcosa. Il fondamentalismo suprematista cristiano possiede alcune delle caratteristiche necessarie per candidarsi ad essere quel qualcosa.
Esso può fornire una fede a chi non ha più speranza. Una dottrina a chi non ha più cultura. Una verità unica e semplice ad una società che ha smarrito la capacità di distinguere fra realtà e fake news. Una direzione priva di dubbi in un sistema che si avverte come troppo farraginoso, inefficiente e complesso.
Il fondamentalismo cristiano dispone dei mezzi finanziari necessari a crescere e ad imporsi. Dispone delle persone di riferimento e dei movimenti di attivisti. E dispone, cosa più importante di tutte, della strategia giusta per avere la possibilità di prevalere: la capacità di ingaggiare una guerriglia culturale che permei la società nel suo vissuto quotidiano.
E’ possibile, alla luce di tutto questo, che il genere di violenza che abbiamo visto a Capitol Hill sia solo l’inizio dei problemi, di una lunga serie di scontri violenti fra il suprematismo cristiano bianco e le forze della democrazia liberal americana, rese ancora più deboli dagli evidenti squilibri economici dei quali soffre la nostra società, invece che il segno della fine di Trump.
Un fondamentalismo cristiano in Europa rischia poi, oltre che di distruggere le nostre democrazie, di creare le condizioni per uno scontro violento con l’altro fondamentalismo religioso che ammorba il nostro mondo: quello islamico.
Il fatto che, finora, l’Europa abbia opposto lo Stato di Diritto alla follia del terrorismo islamico, lungi dall’averci messo in una condizione di debolezza, ha invece protetto i cittadini europei di qualsiasi credo religioso da una vera e propria guerra di religione. In Europa siamo stati maestri di questo genere di scontri, ai quali abbiamo sacrificato nei secoli milioni di persone.
Da oggi in poi, converrà dunque smettere di sorridere quando vedete un politico europeo, apparentemente folgorato sulla via di Damasco, che si raccomanda alla Madonna. Smettere di pensare che i predicatori americani che arringano folle di migliaia di persone siano solo un’immagine pittoresca fra le tante che arrivano da Oltreoceano. Smettere di considerare la lotta per i diritti della comunità LGBTQ o per la parità di genere una lotta che, in quanto maschi o femmine eterosessuali, in fondo non vi riguardi. Smettere di limitarci a scuotere il capo quando ci capita di ascoltare o di leggere discorsi razzisti, perché se il razzismo si salda con il fondamentalismo religioso politico, allora possiamo davvero finire nei guai.
Perché è infatti proprio allora che potremmo trovarci a vivere il famoso Scontro di Civiltà del quale tanto si è favoleggiato negli ultimi vent’anni. E allora, rimpiangeremo anche la nostra fragilissima, inefficientissima e corrottissima democrazia.
Bellissimo!
Grazie davvero, sono importanti parole, Stefano.
Ti abbraccio forte!
Ciao Diana!
grazie. Ti abbraccio