In questi ultimi giorni sono successe diverse cose interessanti, alcune delle quali possono significare molto più di quello che al momento sospettiamo. La crisi di governo in Italia è più interessante di quanto possa sembrare limitandosi ad ascoltare il chiacchiericcio dei talk show. Ma riguarderà solo noi italiani.
Le rivolte a favore di Naval’nyj e la loro repressione potrebbero avere conseguenze più estese, come ad esempio difficoltà ulteriori nei rapporti fra Russia e Germania con riguardo al North Stream 2, il gasdotto che trasporta il gas dalla Russia all’Europa attraverso il Baltico. Anche questa storia, però, riguarda un numero relativamente limitato di persone: gli europei.
Ma c’è un’altra storia, e che riguarda tutti. E tutti, in questo caso, significa tutti gli abitanti del pianeta. E’ quello che è accaduto al titolo di borsa della catena di negozi di video giochi, Game Stop (GME).
Nel parlarne, non cercherò di millantare conoscenze approfondite dei meccanismi della finanza, che non possiedo. Non ho mai giocato in Borsa in vita mia. Lo trovo anzi un mondo piuttosto noioso. Se volete approfondire i tecnicismi di quanto è accaduto ci sono molti articoli che vi aiuteranno a capire meglio. Qui ne allego tre: https://www.nytimes.com/2021/02/01/podcasts/the-daily/gamestop-stock-robinhood-reddit.html?searchResultPosition=1&showTranscript=1; https://www.bbc.com/news/av/technology-55864312; https://www.hdblog.it/games/articoli/n533001/assurda-storia-gamestop-community-reddit-fondi/?fbclid=IwAR3nUMZGoUGI9pd1OrN08V80BmhPeQadzuIKl4t6wO2prUKpXVsB0oA5PjI .
Per riassumere, l’affare Game Stop ha visto una contrapposizione netta, diciamo pure una guerra, fra i cosiddetti “little guys & gals”, la gente come me e voi, e gli investitori istituzionali, i famosi Hedge Funds, che gestiscono professionalmente miliardi di dollari. In questa guerra, per il momento, gli investitori istituzionali stanno perdendo anche se, nelle ultime ore la situazione si sta lentamente riequilibrando. Alcuni hanno già consolidato le perdite e sono andati a leccarsi le ferite mollando la contesa. Altri stanno cercando di resistere. Ma parliamo di perdite, e di guadagni, da una parte e dall’altra, miliardari.
Il modo in cui questi guadagni e queste perdite si sono realizzati, al netto dei tecnicismi, è in fondo quello consueto: tutto ciò che si fa in Borsa, alla fine, è comprare e vendere. Se compri a poco e vendi a tanto, guadagni. Se compri a tanto e vendi a poco, perdi. Per complicare lievemente il gioco e renderlo meno noioso, alcune di queste azioni di acquisto e di vendita possono essere realizzate su ipotesi di prezzi futuri, ed è questo il caso di Game Stop.
In pratica, quando si presume che un titolo perderà di valore, esiste la possibilità di farsene prestare le azioni vendendole al prezzo corrente e ricomprandole più avanti a quello più basso, guadagnando la differenza. Vendo un titolo, senza averlo materialmente, a 100, lo ricompro a 50, restituisco il titolo al prestatore e intasco i 50 di differenza, tolti i costi dell’operazione. Se non avete capito come sia possibile vendere ciò che non si possiede realmente, non ha importanza. E’ un’altra delle astratte costruzioni che compongono il nostro macro sistema economico, e che hanno tuttavia conseguenze reali sulla vita delle persone.
Scopo del gioco, in sostanza, resta comunque sempre quello: in Borsa non devi mai restare con il cerino in mano. In questo frangente, il cerino sembra rimasto nelle mani degli Hedge Funds.
Negli ultimi lustri, gli Hedge Funds hanno fatto pressione costante perché questa, ed altri generi di “scommesse” sull’andamento futuro dei prezzi di un titolo, di una divisa monetaria o di una commodity potessero essere il più possibile deregolamentate. I loro sforzi sono stati premiati da una deregulation sempre più massiccia, che si è tradotta in guadagni miliardari per loro ed in perdite altrettanto miliardarie per i piccoli risparmiatori.
Quando un fondo decide di puntare sul ribasso di un titolo, infatti, l’immenso investimento che ciò comporta spesso manda sul lastrico i piccoli risparmiatori e/o i dipendenti delle aziende coinvolte nell’operazione, ai quali magari è stato offerto di essere pagati in azioni, e che vedono così i propri risparmi volatilizzarsi in un tempo troppo breve perché essi possano proteggersi. Ciò è, ad esempio, quanto accadde ai dipendenti della Enron, i cui titoli persero il 99% del loro valore nel giro di pochissimi giorni, se non di ore.
Nel caso di GME è accaduto che, avendo i fondi deciso di puntare sul calo del suo valore, una massa di piccoli risparmiatori si sia accordata su di un social network per comprare titoli dell’azienda, impedendo al prezzo di calare, portandolo anzi molto in alto, e mettendo così gli investitori istituzionali (che avevano venduto a 100 con la previsione di ricomprare a 50 e si sono ritrovati obbligati potenzialmente a ricomprare al nuovo prezzo di 1500) in gravissima difficoltà.
Mentre il mondo della Finanza ha urlato allo scandalo, il resto del mondo ha comprensibilmente salutato tutta questa storia come la vendetta dei piccoli risparmiatori nei confronti dei grandi speculatori, alcuni dei quali stavolta si sono fatti molto male. Molti osservatori hanno immaginato che questo sia l’inizio di un’era in cui la gente comune, grazie ai social ed alle app per giocare in borsa, potrà difendere le aziende alle quali tiene contro le scommesse al ribasso dei grandi investitori. Un evento simile a quello di GME si è infatti verificato su scala minore con la catena di sale cinematografiche AMC, difesa dai piccoli risparmiatori.
E’ questa dunque la nascita di un mondo finanziariamente più equo? Siamo in presenza di una rivoluzione dal basso fatta da gente che, liberatasi del timore reverenziale nei confronti di sistemi complessi, decide di prendere in mano le sorti della grande finanza?
Per formarci un’opinione, vediamo quali sono i presupposti di quello che è accaduto.
Primo. Tutto questo non sarebbe stato mai possibile non solo senza Internet, ma ancor di più senza i Social. I piccoli risparmiatori sono tantissimi ma, in natura, agiscono ognuno per conto proprio. In assenza dei Social non sarebbe stato possibile coordinare un’azione come quella su GME. Ne consegue che il primo ed essenziale strumento di questa eventuale rivoluzione sono i Social Network.
E, tuttavia, sappiamo che i Social Network sono un’arma a doppio taglio. Mettono sì la gente in contatto ed in grado di coordinarsi ma, nel farlo, sono in grado di manipolarla in qualsiasi direzione. E lo fanno.
Nel mondo del commercio ed in quello della politica sappiamo ormai senza più alcun margine di dubbio che i Social sono stati e vengono tuttora usati massicciamente per manipolare l’opinione pubblica. Da politici locali. Da servizi segreti stranieri. Da imprenditori. Da chiunque abbia accesso ai dati che si accompagnano alla nostra adesione ed al nostro uso quotidiano dei Social. Da Brexit alle elezioni americane, dal sovranismo ai complottismi più impensabili, il veicolo di manipolazione delle persone è rappresentato dai metadati che viaggiano con i Social.
Secondo. In politica, la nascita di una rivoluzione appoggiata ad una rete digitale di comunicazione aperta a tutti è stata sperimentata da molti movimenti e partiti. A cominciare dal Movimento 5 Stelle, in Italia. Senza entrare nel merito di giudizi politici comunque soggettivi, si è visto come è andata a finire. Il Movimento 5 Stelle, che avrebbe dovuto “aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno” e “liberarci dei vecchi partiti” governa oggi pressoché con chiunque si renda disponibile, di Destra o Sinistra che sia. Una forza mandata in Parlamento con uno straordinario patrimonio di voti, allo scopo di portare in Politica “la voce del Popolo” è oggi, secondo i sondaggi, realmente viva proprio grazie al Parlamento, più che al Popolo.
Terzo. Gli investitori istituzionali che scommettono sul ribasso di un titolo in genere lo fanno per ragioni legate alle prestazioni reali dell’azienda, o alle condizioni del mercato nel quale questa si muove. Game Stop vende videogiochi su supporti fisici in un mondo nel quale i nostri figli scaricano i videogiochi da Internet. E’ evidente che, al di là delle bizzarrie della finanza, il modello di business di Game Stop è destinato, prima o dopo, a diventare del tutto obsoleto.
Nel caso di Enron, per quanto i suoi dipendenti siano rimasti schiacciati dalla speculazione, fu proprio la speculazione a portare alla luce le gigantesche irregolarità in pancia ai conti dell’azienda, con conseguente beneficio del sistema nel suo complesso. Il titolo andava a gonfie vele perché i conti erano truccati. Non se ne accorsero i piccoli risparmiatori che investivano la pensione in Enron, né i responsabili politici. Se ne accorsero gli investitori istituzionali.
In sostanza, per quanto i grandi investitori non agiscano ovviamente a fini socialmente utili, la loro capacità di analisi del mercato permette di identificare per tempo tanto quelle aziende che si comportano illegalmente quanto quelle aziende che diventano obsolete. Se poi, come nel caso della crisi dei subprime, gli Stati non mettono in galera i manager disonesti, il problema è della politica, non degli investitori.
Cosa si può dedurre da tutto ciò?
Le mie personali deduzioni sono che siamo di fronte ad una nuova manifestazione della giustificata insoddisfazione generale nei confronti del Sistema che, in questa prima occasione, ha trovato un sollievo.
Per la prima volta i piccoli hanno messo in crisi i grandi sul terreno ad essi più familiare: la capacità di generare profitto. Il senso entusiasmante di rivincita nei confronti di banchieri e finanzieri che, sudati e disperati, vanno in tv a chiedere a gran voce che il sistema venga regolamentato dopo aver approfittato per decenni della sua deregolamentazione è immenso.
Tuttavia, sarebbe un errore vedere in questo l’inizio di una vera rivoluzione, così come è stato un errore leggere nei vari movimenti del populismo mondiale la risposta ai problemi sistemici della nostra Società e delle nostre Democrazie.
Il fatto è che noi abbiamo invertito il processo secondo il quale le vere rivoluzioni si compiono: non è che prima si metta insieme la gente e poi si cerchino le idee. Prima si dovrebbero trovare le idee, e sulla base di queste si dovrebbero mettere insieme le persone. Le piattaforme che connettono le masse non sono, di per sé, uno strumento rivoluzionario se le masse non hanno coscienza della strada che vogliono intraprendere. Che non può essere semplice sete di vendetta, ma una nuova prospettiva generale.
E’ dunque, purtroppo, abbastanza facile prevedere che questa nuova “rivoluzione”, iniziata per motivazioni condivisibili, la frustrazione dei piccoli risparmiatori traditi dal Sistema, verrà presto manipolata a causa della mancanza di un progetto reale. Presto i piccoli investitori cominceranno a commettere errori, o i grandi investitori cominceranno a manipolare i social, o entrambe le cose, in modo tale da riuscire a trarne vantaggio. Le nuove perdite si tradurranno in nuova sfiducia dei piccoli investitori nei confronti del Sistema, con un ulteriore scollamento fra Popolo e Classe Dirigente.
La morale è: state lontani dai sistemi di trading on line e dai commentatori che salutano la vicenda GME come l’inizio di una Rivoluzione nel mondo della Finanza che ci farà tutti ricchi, uccidendo i grandi investitori. E, se volete cambiare il Sistema non cercate di farlo attraverso i gadget digitali del Sistema.
Rischiate di rimetterci l’osso del collo.
Grazie per aver spiegato con A + B come funzionano le cose. Tutto questo è poco rassicurante.
Sono contenta di averci capito qualcosa.
👍🏻